Bonus Anziani Articolo 34, va oltre i 400 euro. Ma come fare per poterlo ottenere? Tutte le spiegazioni a riguardo.
Giunte a una certa età, le persone più anziane vanno in pensione e il reddito che percepiranno da quel momento in poi, avrà a che fare totalmente con quanto accumulato negli anni di carriera lavorativa.
La vita pone moltissimi imprevisti, e purtroppo ci sono dei casi in cui gli anziani, arrivati a un certo punto della loro vita, si ammalano e per loro, inizia un periodo più difficile. Magari ci sono maggiori spese da affrontare a causa dei problemi di salute ed è necessario far fronte ad essi, anche con l’aiuto dei propri familiari.
Oppure, in certi casi, non si è autonomi e si ha anche necessità di assistenza. Per gli anziani, c’è un bonus dedicato, per supportarli in una determinata circostanza della loro vita. Scopriamo meglio i dettagli di questo incentivo.
Bonus anziani Articolo 34: in cosa consiste, a chi spetta, come ottenerlo
Per le persone anziane, c’è un bonus dedicato, che entrerà in vigore a partire dal prossimo anno.
Si tratta di un incentivo introdotto in via sperimentale, e sarà possibile ottenerlo, nello specifico, a partire dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026. L’importo erogato sarà di 850 euro. Per accedere a questo bonus, però, ci sono dei requisiti molto stringenti.
Esso concerne anziani non autosufficienti, come spiegato bene nell’Art.34 del D.lgs 29 del 15 marzo 2024, Decreto Anziani. È un contributo che possono percepire gli anziani che sono già percettori di indennità di accompagnamento e che vivono una situazione di disagio economico molto grave.
Si potrà usare il bonus solo per cure e assistenza all’anziano, e i requisiti di cui tenere conto, sono i seguenti. In primis, l’età deve oltrepassare gli 80 anni. Bisogna essere muniti di ISEE al di sotto dei 6 mila euro, di indennità di accompagnamento, e la situazione assistenziale deve essere davvero molto grave. Sarà l’INPS, tramite commissione, a valutare.
Come potrà essere usato il suddetto incentivo? Da quanto riportato all’interno del decreto, si può usare per pagare il lavoro di cura e assistenza, «svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona, titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale».
Naturalmente, se dovesse essere usato in modi differenti, l’incentivo sarà revocato.